“Lasciate cadere ciò che vuole cadere; se lo trattenete, vi trascinerà con sé…”
(C.G.Jung – Libro Rosso)

“…A volte lasciare andare le cose è un atto di potere superiore che difenderle o restarvi attaccato.”
(Eckhart Tolle – Un nuovo Mondo)

 

A San Valentino abbiamo festeggiato l’amore…

Anniversari e ricorrenze hanno un grande significato per noi ma alle volte quando si parla di relazioni sembriamo più attenti alla loro durata che alla loro qualità. Intrappolati da comodi espedienti in relazione finite e improduttive ci dimentichiamo dell’esperienza viva dell’amore e restiamo attaccati alla sua definizione.

L’amore è un energia potente, è la forza della vita e come tale crea e distrugge per trasformare. Si chiama anche evoluzione, vita.  Se crediamo ancora che l’amore sia “Peace and Love” o “volemose bene” e non abbia in se anche il ruggito di una tigre o il dolore di una perdita allora abbiamo scisso l’amore per paura di viverne la potenza.

L’amore autentico è equilibrio di forze, quello romantico polarizzazione di emozioni.

Quando giudichiamo come “sbagliato” un distacco o una perdita stiamo negando una parte dell’amore e bloccando il flusso della vita. Ho visto vite interrotte da un lutto mai elaborato, persone distrutte da tentativi di ricostruzione di relazioni esaurite, relazioni vissute nella limitazione e nella sofferenza, lavori e amori spenti dalla routine e privi ormai di slancio vitale. Un fermo immagine su un eterno inverno che non lascia posto alla rinascita della primavera.

Lasciare andare qualcuno, qualcosa o un esperienza è una capacità da allenare tanto quanto il prendersi cura,  anzi comporta una forza di amare che pochi hanno. Permettere all’altro di compiere il suo destino e a noi il nostro, accettare un distacco, una chiusura, una distanza,  richiede una quantità di amore tale da trasformare la paura della perdita e del cambiamento in coraggio e fiducia.

I nostri armadi sono spesso pieni di oggetti inutili o vestiti inutilizzabili nei quali magari non entriamo più da anni ma che lasciamo lì come fantasmi di un passato dal quale non vogliamo liberarci quasi a non voler guardare chi siamo diventati.  Il passato ci rassicura mentre il presente, che è l’unica possibilità in cui vivere ci sfugge sotto il naso. Kairos passa e non riusciamo ad afferrare il suo ciuffo.

 

Se riusciamo a vivere quotidianamente in modo consapevole e anche simbolico le piccole separazioni  osservandole come parte di un processo naturale e universale che fa nascere, fruttifica e trasforma conosceremo di più la vita e le manifestazioni autentiche del suo amore. Saremo più preparati a dare un significato anche a questa faccia della vita e accompagnarla nel suo svolgersi senza bollarci come vittime di un fato avverso o un karma da scontare ma come uomini in cammino e  in evoluzione.

Lascio la parola musicale a un artista da me molto amato. Maestro…