L’Igiene del Pensiero
Incontro Con Loris Adauto Muner
– Muner, che cosa intende per igiene del pensiero? Tutto è vivo e, di conseguenza, anche il pensiero è qualcosa di vivo e di molto potente. Il pensiero è sostanzialmente energia capace di influire sulla nostra realtà. Mi riferisco al pensiero creativo, carico di emozioni positive o negative. I pensieri si distinguono in due grandi categorie: da una parte i pensieri demoniaci e dall’altra i pensieri angelici. I primi sono i pensieri separativi,...
– Muner, che cosa intende per igiene del pensiero?
Tutto è vivo e, di conseguenza, anche il pensiero è qualcosa di vivo e di molto potente. Il pensiero è sostanzialmente energia capace di influire sulla nostra realtà. Mi riferisco al pensiero creativo, carico di emozioni positive o negative.
I pensieri si distinguono in due grandi categorie: da una parte i pensieri demoniaci e dall’altra i pensieri angelici. I primi sono i pensieri separativi, che portano disunione; gli altri sono i pensieri che uniscono e riconciliano. L’igiene del pensiero è la capacità di osservare i propri pensieri, di coltivare forme pensiero angeliche e neutralizzare quelle demoniache.
– Qual è la differenza tra valutazione e giudizio?
I pensieri giudicanti sono i pensieri frutto dell’Ego. Noi valutiamo attraverso i nostri cinque sensi, e la percezione è una valutazione che si basa sulle differenze. Faccio un esempio: so che è chiaro, perché non è buio. Giudizio, in questo caso, è affermare che il chiaro è meglio del buio, o viceversa.
Il bambino fa valutazioni, ma non giudizi; anche Madre Natura conosce solo le differenze, ma senza giudizio. Dio stesso ha creato tutto e ha visto che tutto era buono. Ne deduciamo che in natura non esiste la divisione, è stato l’Ego, la somma delle nostre paure, a dividere la realtà e a giudicare.
Lo sguardo del bambino e lo sguardo dell’artista sono gli sguardi di cui abbiamo bisogno per riportare unità nel mondo. Entrambi guardano senza giudizio, il bambino con sguardo innocente, l’artista con cuore puro.
Quando perdiamo lo sguardo innocente e lo sguardo puro, cominciamo a guardare senza vedere e creiamo processi separativi e duali, in altre parole giudichiamo. Il giudizio è una condanna, essenzialmente riducibile alla dicotomia tra: questo è buono e quindi degno di essere salvato; questo è cattivo e quindi indegno di essere salvato.
– Cosa sono le “forme pensiero”?
Stiamo attenti a cosa pensiamo, perché “i pensieri che escono da noi ritornano con sette compagni!”. Mi spiego. Le forme pensiero sono veri e propri organismi che prendono vita con i nostri pensieri, e per sopravvivere e crescere si uniscono a altri organismi di carica simile e poi tornano da chi li ha inviati. I pensieri inquinati sono come il gas di scarico: inquinano anche noi.
Se maledico una persona, quel pensiero arriva fino alla persona a cui l’ho indirizzato e poi ritorna a me. Tutte le forme pensiero demoniache sono forme d’ira, di accidia, di lussuria, invidia, superbia; sono vampiri energetici che si nutrono dell’aura di chi li ha inviati e di chi li ha accolti.
– Concretamente, in che modo si neutralizzano i pensieri negativi
Innanzitutto, facendo attenzione ai pensieri di critica, di svalutazione, di condanna, di negazione che inviamo al nostro prossimo. Tra l’altro, tutti i pensieri rivolti agli atri sono esattamente ciò che pensiamo di noi stessi. Il giudizio, in realtà, è un autogiudizio estroiettato.
Ogni volta che in noi ci sono pensieri di conflitto, avvertiamo un malessere. In quel momento basta smettere di pensare in modo automatico, fermarsi un attimo e respirare profondamente, disidentificarsi da quel pensiero e osservarlo da una certa distanza.
Nel momento in cui lo osservo senza giudizio, il pensiero cambia e perde la sua carica negativa. Si tratta dello stesso processo utilizzato in meditazione. E funziona. La mente si placa e osserva il pensiero, come l’oceano osserva le nuvole. Senza aspettative, con un’accettazione positiva e incondizionata.
I pensieri negativi non vanno combattuti, ma accettati e trasformati attraverso l’amore. La chiave di volta sta nell’accettazione, che non è affatto rassegnazione o sopportazione. Gesù, Gandhi, San Francesco furono dei rivoluzionari e dei combattenti, tutt’altro che passivi. Ma hanno combattuto senza giudizio e senza odio. La non violenza – ahimsa – fu la loro arma e il loro combattimento non fu rivolto contro qualcosa, ma per aiutare.
Anche il genitore o l’educatore combatte il comportamento autodistruttivo del figlio o dell’educando, ma non combatte il figlio o l’educando. Non si vince il male odiando il male, si vince il male amandolo e accettandolo.
Il peccato del mondo consiste nell’ignorare che tutto è Uno, nel credere che ci sia separazione. I nostri pensieri negativi nascono dalla paura, e tutte le paure nascono da un bisogno, da richieste inacidite di essere amati. Il processo di consapevolezza ci porta a comprendere che nessuno ci può amare al posto nostro, e che quello che possiamo fare è dare amore a noi stessi.
Avere incuria dei propri pensieri è un’attitudine irresponsabile dettata dall’ignoranza, ma anche combattere e censurare il pensiero negativo non serve a neutralizzarlo. É invece fondamentale andare oltre ai giudizi e alle critiche che rivolgiamo agli altri e a noi stessi, per scoprire la dimensione dell’amore.
– Quali sono gli strumenti per coltivare i pensieri angelici?
Gli strumenti che ci sono stati insegnati nel corso dei millenni da tutte le tradizioni di saggezza sono la meditazione, la contemplazione, la preghiera, e l’azione pura. Anche la benedizione è una forma di pensiero positivo che, se inviata con intento chiaro e puro, arriva agli esseri verso cui la rivolgiamo. Inoltre è il modo migliore per proteggersi dai pensieri negativi.
Il saluto indiano Namaste significa “Saluto il divino che è in te” e nasce dal riconoscimento di un riflesso di Dio in me stesso e nell’altro. La più alta realizzazione è arrivare a osservare liberamente il comandamento cristico: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.