Gli errori e l’arcobaleno di Francesco Saviano

In un video di Loris Muner riecheggia chiara la frase: . Nella nostra società, a tratti folle, ci è stato proposto, propinato, un modello di insegnamento che estremizza il tutto, dicotizzandolo. Esempio: da una parte c’è l’errore e dall’altra una cosa fatta bene; da una parte c’è la fedeltà e dall’altra l’infedeltà; da una parte c’è la solidarietà e dall’altra l’egoismo e così via. Alcuni autori e la saggezza spirituale di alcune persone che l’hanno vissuto sulla propria pelle ci spiegano in ...

In un video di Loris Muner riecheggia chiara la frase: . Nella nostra società, a tratti folle, ci è stato proposto, propinato, un modello di insegnamento che estremizza il tutto, dicotizzandolo. Esempio: da una parte c’è l’errore e dall’altra una cosa fatta bene; da una parte c’è la fedeltà e dall’altra l’infedeltà; da una parte c’è la solidarietà e dall’altra l’egoismo e così via.
Alcuni autori e la saggezza spirituale di alcune persone che l’hanno vissuto sulla propria pelle ci spiegano in maniera inequivocabile che i valori non sono l’estremizzazione, ma la contemporanea consapevolezza di un valore che è sintesi dei due estremi e che, specchiandosi nelle relazioni, sceglie di scegliersi e poi di agire la parte che vuole, tenendo sempre presente l’altra parte. Vale a dire: errore e cosa fatta bene diventa “erroreecosafattabene”; fedeltà e infedeltà diventa fedeltàeinfedeltà; solidarietà ed egoismo diventa “solidarietàedegoismo”.
Solo se sentiamo e consapevolizziamo (intendendo una coscienza che ha trovato la propria motivazione e intenzione) questo tipo di sentire, possiamo poi scegliere di accettare l’errore come una parte fondamentale della nostra crescita e quindi non più come un limite, ma una risorsa o meglio come la melma che bisogna calpestare prima di farsi il bagno in un fantastico e reale lago. Non esiste il lago senza la melma e viceversa.
Nel Counseling, pur accettando gli errori (perché, ho qualche alternativa?) ho sbagliato quando ho preteso di sapere esattamente cosa pensasse l’altro, quando non mi sono confrontato tempestivamente con il mio supervisore, o quando, non dando completamente senso a quello che mi capitava nella mia vita, ciò ha condizionato il mio essere counselor libero. Ho sbagliato  quando non ho capito fino in fondo la differenza tra essere naturale (autentico tenendo ben presente di non poter dire tutto esattamente come mi sgorgava dentro) e spontaneo (autentico dicendo tutto esattamente quello che mi sgorgava dentro, senza mettermi nei panni del cliente e senza quindi rispettare i suoi tempi ed i suoi modi). Il counselor è sempre naturale, quasi mai spontaneo.
In conclusione, uno degli avvenimenti che più mi emoziona nella vita è l’arcobaleno per la sua pienezza di colori, sfumature e senso, prosecuzione della tempesta ed ancticipazione del sereno. Tempesta, arcobaleno e sereno co-esistono come in un gioco di specchi limpidi e veri.
Un abbraccio,

Francesco

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