Amore e Fiducia
Per creare una relazione autentica è fondamentale la
FIDUCIA.
Loris Muner La premessa per capire come funzioniamo ed imparare a conoscerci è sapere che l’EGO ragiona in modo opposto e speculare all’ANIMA. Ego si guarda dall’esterno. Anima si guarda dall’interno. Entrambi gli sguardi vanno conosciuti, Nella nostra formazione come counselor noi apprendiamo ad acquisire la visione “interiore”, che è quella di cui siamo più carenti. Di solito si pensa che fidarsi si...
Loris Muner
La premessa per capire come funzioniamo ed imparare a conoscerci è sapere che l’EGO ragiona in modo opposto e speculare all’ANIMA.
Ego si guarda dall’esterno. Anima si guarda dall’interno. Entrambi gli sguardi vanno conosciuti,
Nella nostra formazione come counselor noi apprendiamo ad acquisire la visione “interiore”, che è quella di cui siamo più carenti.
Di solito si pensa che fidarsi significhi fidarsi di qualcuno.
E’ un classico dire:
“mi fido di lui”
“Mi ha tradito”
“Sono ingenuo, imbecille” (e iniziare a lagnarsi).
La Fiducia ingenua del bambino verso gli adulti dura fino a circa 10 anni. La fiducia totale nell’altro è necessaria al bambino, perché vive ancora senza responsabilità : la sua coscienza individuale è solo in potenza e per svilupparsi occorreranno 3 cicli esistenziali di 7 anni ciascuno.
Fino ai 14 anni il bambino non può essere responsabile di se stesso, perché non ha libertà spirituale. E’ quindi dovere degli adulti essere responsabili del bambino e non mentirgli mai.
Dire la verità equivale a essere in contatto con il proprio sentire, a esprimerlo e a fare ciò che si dice. Avere il coraggio di vivere in accordo alle proprie convinzioni.
Dire la verità al bambino non significa raccontargli le proprie menzogne. Non bisogna negare i propri stati d’animo. Bisogna esprimerli in modo rassicurante. Non è un problema del bambino se suo padre/madre sta male. Se il padre adulto sta male, lo dice al bambino, ma gli fa capire che non è un problema del bambino. I “piccoli Ego” amano cosi tanto (in realtà più che amore si tratta di bisogno) i loro genitori che sono disposti a prendere su di sé le sofferenze degli adulti, caricandosele sulle spalle. Se gli adulti non dicono loro la verità, i bambini si accorgono che state mentendo e si immaginano chissà cosa.
Quando il bambino si sente tradito il mondo gli crolla. Perde fiducia nel mondo e in se stesso.
Non bisogna mistificare la realtà!
Non creiamo blocchi e muri tra il sentire e il pensare, tra il cuore e la mente. Non mentiamo a noi stessi.
Dire una bugia consapevole è meglio che mentire a se stessi senza consapevolezza!
Esempio: il tossicodipendente consapevole dice: “sono andato a Padova perché volevo farmi”. Quello che mente a se stesso dice: “mi sono ritrovato a Padova senza sapere come e mi sono bucato senza volerlo…”
La CONSAPEVOLEZZA è la chiave dell’ Illuminazione. E’ l’autenticità con noi stessi. Non importa ciò che facciamo, ma se c’è o non c’è la consapevolezza.
Secondo la tradizione dei monaci del deserto è importante fare attenzione a se stessi, non a ciò che si fa, ma a COME lo si fa. Assumersi la responsabilità di se stessi.
La responsabilità è l’opposto della proiezione ed è diametralmente opposta al senso di colpa.
Chi è consapevole afferma : “Sono stato io!”
La Fiducia adulta e consapevole non è fidarsi di un altro, ma fidarsi di Sé, del proprio sentire. Possiamo conoscere SOLO noi stessi, e nella conoscenza di noi stessi sta anche la conoscenza degli altri e del mondo.
La verità è dentro di noi, non al di fuori.
Fidarsi di sé è accettare di essere accettati.
E’ accettare se stessi, osservandosi senza paura. Sapere di essere una persona degna d’amore. Non accettiamo di essere trattati o di trattare gli altri senza amore. Amore è lealtà, è dignità.
La fiducia adulta è “fidarsi a occhi aperti”, guardando ciò che sta succedendo.
La fiducia e l’amore non sono ciechi, al contrario : ci vedono benissimo. Grazie all’amore siamo in ascolto attento di noi e dell’altro.
Fiducia è amarsi e non volersi fare del male. Mantenere l’occhio costante su di sé, non cadere nella trappola di credere a ciò che pensano gli altri di noi. Siamo obbligati a guardare la nostra realtà.
Accettare l’altro a occhi aperti è sapere che l’altro ha difetti e problemi e non rifiutarlo per questo. Amare super-man o wonder-woman non è amore, è un delirio. L’amore vero sta nell’accettazione dell’altro, conoscendone difetti e pregi. So che mia madre è cosi, l’accetto per come è, sapendo che è la sua via, la sua storia, il suo percorso e che io non c’entro niente e non ho nessun diritto di pretendere che sia diversa. Il percorso è individuale.
L’unica responsabilità che abbiamo nella vita è di conoscere noi stessi e fidarci di noi. Tutto ciò che è spirituale è consapevole. La legge dell’Ego è la legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente. Il perdono dal punto di vista dell’Ego è ingiusto. E’ la liberazione dalle pretese e dalle aspettative infantili. Gli altri hanno diritto a essere ciò che sono, come noi abbiamo diritto a essere ciò che siamo. Non abbiamo nessun diritto di pretendere che qualcuno sia come noi vorremmo che fosse e nessuno può fare altrettanto con noi. Il perdono scioglie questa congiunzione di aspettative che sono una trappola e creano la dipendenza.
Il perdono non è rassegnazione.
Il perdono è consapevole e non dimentica. Ci si ricorda del fatto accaduto, ma senza pretendere vendetta o giustizia. Il perdono lascia andare odio, risentimento e aspettative. Non è un lasciar correre, è un sapere come stanno le cose e andare oltre.
Finché non siamo completamente centrati e saggi, dobbiamo difenderci. Un saggio non viene intaccato da niente. Ma noi non siamo saggi, e dobbiamo imparare a perdonare e allo stesso tempo a difenderci.
Se qualcuno ci attacca, noi utilizziamo l’energia del suo attacco per difenderci. Es: “A te non importa niente di nessuno”. Se invece di reagire dicendo “Non è vero, etc”, rispondiamo : “E’ vero, non me ne frega niente di nessuno” (tecnica del paradosso), rimandiamo indietro all’altro la sua energia, senza venirne coinvolti. Reagendo per opposizione, entro invece nella dinamica conflittuale, nel gioco perverso dell’altro. E’ la tecnica orientale del guerriero gentile: se arriva il vento, mi piego. Se mi ergo, il vento mi spezza.
Solo noi sappiamo chi siamo. Fidiamoci del nostro sapere interiore, non del sapere che l’altro ha di noi. L’altro proietta spesso su di noi, i suoi bisogni e le sue aspettative. Come può conoscerci per ciò che realmente siamo?
Il lavoro del counselor presuppone la CENTRATURA IN SE STESSI.
Pensare di essere bravi nel proprio lavoro è un ostacolo alla riuscita. La verità è che non siamo né bravi né cattivi.
Siamo noi stessi nel momento presente, nell’ascolto dell’altro. Se siamo centrati, possiamo fidarci di quello che sentiamo. Bisogna però purificare il sentire, perché è difficile lavorare sul sentire in modo autentico, senza falsificazioni.
L’ educazione occidentale rimuove e soffoca il sentire e ci sposta sul mentale. L’occidente lavora sull’Ego, mentre l’oriente lavora sul Sé.
C’è bisogno di una sintesi tra i due, di integrare la scienza alla spiritualità, la mente al cuore. Il sapere al sentire.