Società e Comunità

AA.VV.: “Il libro della cura di sé, degli altri, del mondo”, Rosemberg e Sellier

In questi ultimi anni, il tema della cura, del prendersi cura di sé e degli altri, è emerso con forza in molteplici campi. Nella cultura medica, con la contrapposizione tra il curare tecnicistico, come tentativo di ripristinare un organo o una funzione del corpo, e il prendersi cura dell’individuo nella sua interezza e complessità; nella cultura assistenziale con i tentativi di creare le condizioni e i modi per prendersi cura di una persona e non solo di un problema; nella cultura della vita quotidiana con il riconoscimento del diritto di “pensare un po’ a sé”.

Baraldi, C.: “Il disagio della società. Origini e manifestazioni”, Franco Angeli

Come viene osservato il disagio nella società? Quali sono le sue origini storiche e sociali? Perché l’infanzia e l’adolescenza sono considerate età del disagio? Che cosa sono le famiglie a disagio e in che modo influenzano i bambini? Che influenza hanno il gruppo dei pari, l’educazione, la cultura consumistica e la televisione? Che rapporto c’è tra il disagio, la sessualità ed il corpo? Che effetti producono gli interventi sul disagio? È possibile lenire il disagio della società?

Becker, H.S.: “Outsider. Saggi di sociologia della devianza”, Gruppo Abele

Buber, Martin: “ Sentieri in Utopia”, Marietti

Pubblicato nel 1947 con il titolo ebraico Netivot be-utopia questo libro è un classico delle utopie del Novecento. Attraverso una rilettura della tradizione socialista, anarchica e marxista, Buber propone una alternativa radicale fra lo stato, accentrato, burocratico, totalitario per vocazione, e la comunità, dialogica, decentrata, in sé già sovversiva. “Fare il possibile e desiderare l’impossibile”: si condensa in queste celebri parole di Gustav Landauer il nesso tra messianismo ebraico e anarchia libertaria che Buber riprende per delineare l’utopia del domani, quella nostalgia per ciò che è giusto, da sempre promessa nella Torah. Dinanzi al pericolo di un illimitato potere planetario, una sorta di stato mondiale, viene indicato nel kibbutz, nella comune ebraica, il sentiero impervio di un socialismo anarchico e federalista che esplori e inventi gli infiniti modi in cui comunità autonome e autogestite possano dar luogo a una “comunità di comunità”.

Fromm, E.: “Fuga dalla libertà, Mondadori

Fromm, E.: “I cosidetti sani. La patologia della normalità”, Mondadori

Cos’è la normalità? E’ davvero un baluardo contro la malattia psichica? E’ giusta la convinzione diffusa che una persona ‘normale’, sicura di sé, soddisfatta della propria vita e ben adattata alla moderna società dell’abbondanza sia anche una persona sana e serena, immune da nevrosi o depressione? Fromm, vedendo la miseria e le sofferenze umane, si è convinto che esiste anche una “patologia della normalità”, una disposizione alla malattia che nasce dal conformismo e dalla sottomissione alla struttura mercantile delle moderne società occidentali, dominate dal consumismo e dalla crisi dei valori, e dalla mitica idea di progresso della scienza. Per sfuggire a questa passività indolente e alla conseguente depressione, Fromm propone – attraverso la presa di coscienza e il superamento del vuoto concetto di “normalità”, sempre più spesso sinonimo di omologazione – di costruire una nuova “scienza umanistica” che, forte del bisogno di utopia, della tensione verso la verità e la giustizia, si ponga l’obiettivo di far scoprire (o riscoprire) all’uomo il piacere dell’azione libera e l’amore per la vita.

Fromm, E. : “Avere o Essere?” Mondadori

Gennaro, G.: “Manuale di sociologia della devianza”. Angeli, Milano

Con una impostazione manualistica, riscontrabile negli otto brevi capitoli che, in termini concisi ma densi, delineano i tratti delle teorie oggi più discusse nei campi della sociologia della devianza e della criminologia, questo volume offre una sorta di “prontuario”, a disposizione degli studenti e degli operatori del settore. La trattazione si sofferma in particolare sulle critiche opposte ed opponibili ad ogni singola teoria. Al di là di discutibili mode, il lettore è invitato a “giudicare” le teorie sulla base dello statuto empirico dei loro enunciati, e non di eventuali capacità “evocatrici”. Ciò che si propugna è la maturazione di un giudizio ragionato, autonomo, e , si vorrebbe forse dire, in una certa misura anche “sofferto”.

Durkheim, E. : “La divisione del lavoro sociale”, Comunità

La prima grande opera di Durkheim, in cui sviluppa una serie di motivi che caratterizzano tutta la sua riflessione sociologica: è l’individuo a nascere dalla società e non la società dagli individui; l’individuo è espressione della collettività; la sociologia si basa sulla priorità del tutto sulle parti o, ancora, sull’irriducibilità del sistema sociale alla somma degli elementi; la differenziazione sociale, fenomeno caratteristico delle società moderne, è la condizione creatrice della libertà individuale.

Durkheim, E. : “Il suicidio”, Ed. Comunità

Il suicidio è un problema di tutti. Una scelta privata che richiede discrezione e rispetto, ma le cui cause interpellano la responsabilità collettiva. Perchè ci si toglie la vita? Perchè si suicidano più gli uomini delle donne? Perchè in certi Paesi più che in altri? Émile Durkheim alla fine dell’Ottocento sottolineò come la mancanza d’integrazione degli individui nella società fosse una delle cause fondamentali del suicidio. Un’analisi acuta e insuperata, che studia il problema dal punto di vista sociale, e segna una svolta non solo per la filosofia, ma anche per la psicoanalisi e la biologia. Arricchisce il volume un’ampia e aggiornata analisi delle ricerche, sociologiche e statistiche, condotte fino a oggi, che aiutano a capire il fenomeno forse più misterioso e inesplicabile dell’aggressività umana

Lorenz, K. L’aggressività

L’aggressività è definita come la pulsione combattiva diretta contro i membri della stessa specie, tanto negli animali quanto nell’uomo. Partendo da una serie di osservazioni compiute sui pesci della barriera corallina, i cui maschi sono particolarmente bellicosi, Konrad Lorenz prende in esame vari esempi di aggressività nel mondo animale, cercando di scoprirne motivazioni, modalità ed eventuali analogie con il comportamento dell’uomo, l’unico animale che presenta uno squilibrio preoccupante tra i suoi istinti aggressivi e i modi per inibirli o sfogarli.

"Cittadinanza dei bambini e costruzioni sociali dell’infanzia”

Maggioni, A.; Baraldi, C. - Casa ed. Quattroventi
L’idea del volume è nata da una serie di convegni e seminari realizzati ad Urbino tra il 1995 e il 1996 in cui era proposta una riflessione sociologica sull’infanzia, adottando anche approcci interdisciplinari con attenzione particolare per i rapporti tra teoria, ricerca empirica e intervento sociale. Il libro è diviso in quattro parti, racchiuse tra un’Introduzione ed una Postfazione dei curatori, nelle quali sono presentate riflessioni generali sulle tendenze attuali della riflessione intorno all’infanzia.

Manattini, A.: “La costruzione sociale dell’alienazione”, Quattro Venti

La modernità si presenta come un processo di progressiva dematerializzazione non solo delle cose ma anche dell’uomo e sembra portare ad una situazione sociale favorevole all’emergere di una nuova forma dell’alienazione. In particolare, con l’avvento del capitalismo, si afferma la logica impersonale e quantitativa del denaro che tende progressivamente a svuotare gli uomini e le cose di tutti quei contenuti normativi che impediscono la loro scambiabilità e flessibilità. La radicalizzazione di questi processi si rivela oggi capace di arrivare alle radici stesse della vita, a quella dimensione di sensibilità umana ben visibile nel rapporto madre-bambino.

“L’elefante invisibile”

Tra negazione e affermazione delle diversità: scontri e incontri multiculturali, autore Mantovani, A.

Morris, D. : “La scimmia nuda”

La scimmia nuda è stato scritto dallo zoologo ed etologo inglese Desmond Morris. Molto simile per certi versi ad Amore e odio, esamina non i comportamenti di tribù che ancora vivono a strettissimo contatto con la natura, ma quelli dell’umanità civilizzata, ricavando dai gesti quotidiani l’origine primaria.

Mosse, G.L.: “Il razzismo in Europa dalle origini all’olocausto”, Laterza

Individuate le radici del razzismo nell’ambiente culturale illuministico, nel naturalismo scientifico come nel pietismo religioso, Mosse ne segue il diramarsi nei vari movimenti letterari, scientifici, politici nell’Europa dell’Ottocento e del Novecento, fino a ricostruire le tappe e i modi in cui i nazisti arrivarono alle esecuzioni in massa degli ebrei. Mosse è stato uno storico del nazismo e del [leggi tutto …] fascismo, di cui ha contribuito a rinnovare l’interpretazione. Ha insegnato nell’Università di Madison (Wisconsin) e nell’Università ebraica di Gerusalemme.

Stauder, P. : “La Società devota”, Quattroventi


Storr, A.: “L’aggressività nell’uomo” De Donato

Taguieff, P.A. : “Pregiudizi, teorie, comportamenti”, Cortina

“Quello che di solito è noto, proprio perché è noto, non è conosciuto”. Con questo passo di Hegel, Pierre-André Taguieff ci introduce al problema del razzismo, delle sue origini e dei suoi presupposti, così come delle sue attuali metamorfosi. Mettendoci subito in guardia dal considerarlo, in quanto noto, un fenomeno conosciuto. Dopo la sconfitta del nazismo e del suo credo nella superiorità della razza ariana, nessuno oggi potrebbe definire il razzismo come una dottrina che si fonda sull’affermazione di una gerarchia tra le razze umane. Si tratta, allora, se si vuole combattere un fenomeno così diffuso, di pensare a una sua ridefinizione.

Tonnies, Ferdinand: “ Comunità e società”,

Pubblicato per la prima volta nel 1887 da Ferdinand Tönnies (1855-1936), il volume presenta una comprensione puntuale e originale dei processi politici della modernità. Il sociologo tedesco distingue fra la ‘comunità’, intesa come un rapporto reciproco sentito dai partecipanti, fondato su di una convivenza durevole, intima ed esclusiva, e la ‘società’, la cui vita è razionale, passeggera, più superficiale, tendente ai rituali e alle cerimonie pubbliche. La concezione della società di Tönnies è essenzialmente pessimistica e le sue teorie anticipano alcune critiche al consumismo e alla società urbana contemporanea. Queste categorie interpretative restano un contributo fondamentale per la sociologia e sono state riprese continuamente nel corso del tempo, criticate e ridefinite anche in altri ambiti accademici, come l’economia e la filosofia politica.

Toqueville, A. de : “La democrazia in America”, Rizzoli

Pubblicato per la prima volta nel 1835, in seguito a un viaggio di studio compiuto dall’autore negli Stati Uniti, il saggio ci offre un quadro esatto ed esaustivo delle istituzioni politiche, amministrative e giudiziarie dell’America dell’Ottocento.

Ulsamer B. : “Senza radici non si vola”, Crisalide

È una tecnica psicologica per scoprire le innumerevoli problematiche e i conflitti che si celano all’interno di una famiglia e che possono provocare malattie o comportamenti anomali.
Questa tecnica innovativa e straordinariamente efficace, sviluppata da Bert Hellinger, è presentata in modo chiaro e approfondito.

Weber, M.: “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”, Rizzoli

L’etica protestante e lo spirito del capitalismo (1905) è un’opera fondamentale per comprendere le caratteristiche essenziali della società capitalistica moderna, le sue radici culturali e il suo destino. Lo sforzo intellettuale realizzato da Weber consiste nel mettere in relazione un particolare fenomeno culturale – la Riforma protestante – con un fenomeno di natura prettamente economica, quale è appunto il sistema capitalistico. E proprio in questo senso la disciplina dell’individuo di fronte alla fede, l’idea di professione come vocazione e il culto del lavoro – caratteri paradigmatici dell’etica protestante – rappresentano altrettanti elementi fondamentali del cosiddetto spirito del capitalismo.

Vanier, J.: “ La comunità luogo del perdono e della festa”, Jaka Book

Citazioni dal testo: “Una comunità non è mai per se stessa. Essa apartiene a qualcosa che la supera, appartiene ai poveri, all’umanità, alla Chiesa, all’universo. Essa è un dono, una testimonianza da offrire a tutti gli uomini.” “Io sento che il mio posto nella Chiesa e nella società umana è di camminare con i poveri e con i deboli: di fare cosi’ che ognuno di noi cresca insieme agli altri, che ci sosteniamo a vicenda per essere fedeli alla nostra crescita profonda, al nostro cammino verso una libertà interiore.” Nel cuore del povero c’ è un mistero. Gesu’ dice che tutto quello che si fa all’ affamato, a chi ha sete, che è nudo, malato, in prigione, straniero, è a Lui che lo si fa: “Tutto quello che fai al piu’ insignificante dei miei fratelli, è a me che lo fai.”

Compte-Sponville, A: “Il piccolo trattato delle grandi virtù”, Corbaccio


Cirillo, S.; Cipolloni, V.: “ L’assistente sociale ruba i bambini?” Cortina

 

Ginsburg, P.: “Storia d’Italia dal dopoguerra ad  oggi, soc§ietà e politica (1943-1998)”, Einaudi

 

Pieretti, G.: “Per una cultura dell’essenzialità. Studi e ricerche sulle moderne povertà urbane”. Angeli

Tullio-Altan, C.: “Ethos e civiltà. Identità etniche e valori democratici” Feltrinelli

Questo saggio riguarda il problema relativo alla qualità specifica del principio di identità etnica e suggerisce alcune inedite chiavi di lettura dei tragici eventi che caratterizzano questa fase della nostra storia. Il discorso muove dal chiarimento del problema della definizione univoca dell’esperienza simbolica come distinta da quella razionale. Questo principio simbolico unificante è descritto come una configurazione di elementi, trasmutanti in valori: nella memoria storica del gruppo, come epos; nell’insieme delle sue norme di convivenza, come ethos; nella stirpe di cui i singoli si sentono parte, come genos; nel territorio in cui il gruppo vive, come topos. L’insieme di questi elementi è lo strumento per indagare più a fondo la storia umana: l’ethnos.

Yablonski: “La comunità terapeutica”, Astrolabio

In tutto il mondo e specificamente in Italia, oggi il problema della dipendenza dalla droga e dell’alcol viene affrontato in modo nuovo e creativamente efficace. Yablonsky, che è stato uno dei pionieri in questo campo e che tiene anche in Italia lezioni e seminari sul recupero del drogato, mostra come l’approccio della Comunità Terapeutica, con il suo misto di durezza e di affetto, con l’utilizzazione dell’ex tossicodipendente come ‘anticorpo’ sociale, sia quello che meglio garantisce risultati concreti e duraturi

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