Percezione, Credenze, Interiorità parte 2
Edwards, Betty: “Disegnare con la parte destra del cervello”, Longanesi
Tutti possono imparare a disegnare, purché imparino a far emergere la capacità di “vedere artisticamente”, ossia di percepire la realtà non secondo gli schemi precostituiti della mente razionale che è gestita dall’emisfero sinistro del cervello, bensì attraverso lo sviluppo delle categorie intuitive e della creatività, cui presiede l’emisfero destro. La Edwards propone una serie di esercizi e strategie per “ingannare” l’emisfero sinistro, tendenzialmente dominante, e permettere a quello destro di “dirigere le operazioni”. Ricco di immagini esplicative e di suggerimenti pratici, il manuale insegna come riuscire a esprimere se stessi disegnando.
Erikson, M. H. : “La mia voce ti accompagnerà”. Astrolabio.
Tutti coloro che lo hanno conosciuto, pazienti, amici, parenti, ricordano bene le storie singolari che Erickson amava raccontare, storie a volte bizzarre, episodi realmente accaduti o anche fantasie apparentemente senza senso, che lasciavano spesso interdetto lascoltatore. Ma ognuna aveva un suo senso e un suo scopo precisi: erano strumenti raffinatissimi, intesi per aprire la mente dell’ interlocutore a intuizioni nuove e insospettate.
Fromm, E. : “Il linguaggo dimenticato”, Bompiani.
Con la chiarezza e il rigore tipici della saggistica di Fromm , il filosofo e psicoanalista tedesco intraprende in quest’opera l’esplorazione nella storia dell’interpretazione dei sogni e dei miti, dalle letterature primitive alle intuizioni di Freud e Jung. Conducendoci nella selva dell’inconscio e spostando gradualmente la sua attenzione dall’individuo alle società, attraverso la lettura di miti e leggende di tutti i tempi, Fromm ci introduce ai problemi delle simbolizzazioni collettive. Una guida alla comprensione del linguaggio simbolico che è “una lingua vera e propria, e in effetti l’unico linguaggio universale che la razza umana abbia mai creato”.
De Souzenelle, Annik: “Il simbolismo del corpo umano. Dall’albero della vita allo schema corporeo
(Il sale della terra) Servitium
Il corpo ha un linguaggio proprio, attraverso il quale esprime la gioia e la sofferenza; ma è anche linguaggio in sé, un “libro di carne”. Imparare a leggere il corpo vuol dire prestare attenzione alla sua struttura, saper decifrare le forme del labirinto anatomico. Significa anche riascoltare quanto raccontano i grandi miti dell’umanità intorno alla natura e alla sottile funzione di ogni organo. Implica, infine, la riscoperta dell'”albero” dei qabbalisti: se l’uomo è «creato a immagine di Dio», la figura del suo corpo dev’essere letta come riflesso terrestre di quell'”albero di vita” di cui parla la tradizione della Qabbalah
Giacobbe,G.C. : “Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita”, Ponte alle grazie
Dietro a questo titolo provocatorio si nasconde un manuale “prêt-à-porter” che i nevrotici, o aspiranti tali, dovrebbero tenere in tasca. Esso utilizza tecniche yoga, buddhiste e zen, praticate da secoli dagli orientali (evidentemente anche loro nevrotici) ma esportabili anche a noi poveri uomini e donne dell’occidente. La nevrosi ci sommerge di ansie e di paure che ci impediscono di gioire della vita e dei rapporti con gli altri. Eliminando il pensiero nevrotico (le seghe mentali) e ritornando a quella realtà da cui esso ci allontana, possiamo imparare a godere delle vita e delle cose che ci stanno intorno. L’autore insegna Fondamenti delle discipline psicologiche orientali all’Università di Genova.
Ginzburg, C. “I benendanti” Einaudi
Ginzburg, C. : “Il Formaggio e i vermi”. Einaudi
li studiosi di storia hanno da tempo appreso che la storia è storia degli uomini, non dei «grandi», e che quando è possibile arrivare fino alla realtà quotidiana, meglio si decifra il passato, fino a coglierne con senso di immediatezza i problemi, le connessioni con l’oggi, la storia. In questo libro, Carlo Ginz-burg ci dà l’analisi della visione del mondo di un mugnaio friulano mandato al rogo dall’Inquisizione alla fine del Cinquecento: non si tratta, però, di una dissertazione erudita. Sulla traccia di preziose indicazioni di Bachtin, siamo posti drammaticamente davanti alla dicotomia fra cultura dotta e cultura popolare e in pari tempo alla testimonianza non meno sorprendente della circolarità fra queste due culture, fino a un loro reciproco influenzarsi
Grau, Joaquin :” Anatheoresis,. Le chiavi della malattia” Servitium Graves
Questo libro è un trattato scientifico della terapia che si pratica già in due continenti e si va sempre più diffondendo. Ma nelle sue pagine, l’Autore raccoglie anche decine di interessanti sedute anateoretiche di persone sia sane che ammalate, in cui anche il lettore si vedrà più o meno rappresentato. Joaquín Grau espone, infatti, le autentiche esperienze gioie e sofferenze che ogni embrione e [leggi tutto …] feto sperimenta, come pure quel “morire alla vita” che è la nascita, insieme alle particolarità della nostra percezione durante l’infanzia. Il lettore, insomma, si rende soprattutto conto che le ragioni della malattia e del disagio hanno spesso radici profonde e forse insospettate; ma anche che è possibile guarirne con una rivisitazione degli stadi prenatali e infantili: questo libro, infatti, è un nuovo modello della topografia della coscienza; e forse è l’apporto più rivoluzionario nell’attuale ricerca di un nuovo modo d’intendere la medicina.
Graves, Robert, Patai, Raphael “I miti ebraici” , TEA
Dopo “Miti greci”, Robert Graves decise di realizzare, avvalendosi della collaborazione di Raphael Patai, un’opera che esplorasse, con gli stessi intendimenti, il patrimonio mitologico che può essere rintracciato nel Libro della Genesi. Ne nacque un’opera rigorosa e ricca di riferimenti e rimandi, ma appassionata e dal vivace piglio narrativo, che illustra in maniera esauriente quel mito ebraico, patriarcale e monoteistico, che è alla base di gran parte dei principi etici del mondo occidentale.
Grünn, Anselm: “Terapia dei pensieri” Queriniana
L’Autore, tratta l’argomento fondamentale per la vita: “pensare in maniera utile e propositiva”. In questo libro vengono messi in evidenza, tutti i meccanismi mentali, che portano noi essere umani a pensare in maniera pessimistica ed autodistruttiva. “Terapia dei pensieri”, ci insegna anche, ad utilizzare un linguaggio capace di creare qualità della vita e benessere alla nostra famiglia ed alle persone con cui siamo in contatto ogni giorno.
Guenon, R. : “Simboli della scienza sacra”, Adelphi.
La coppa del Graal e la Lingua degli Uccelli, il loto e la rosa, lo Zodiaco e il Polo, la montagna e la caverna, la cupola e la ruota, l’Albero del Mondo e l’Albero della Vita, il ponte e i nodi, il cuore e il granello di senape, la Tetraktys e la bevanda dell’immortalità, l’uovo del Mondo e le porte solstiziali, la Terra Santa e la Città divina – sono questi, e molti altri, i «simboli della Scienza sacra» di cui Guénon ci svela e rivela i molteplici significati in questo libro insostituibile.
Hillman, James: “Cento anni di psicanalisi e il mondo va sempre peggio”, Rizzoli
Perché in un secolo la psicanalisi non è riuscita a curare il malessere dell’uomo, non ci ha reso più felici, non ha creato un mondo migliore? Forse perché si è concentrata esclusivamente sulla mente e sull’anima dell’individuo, sulla sua storia interiore, e ha perso di vista il mondo esterno. Se la terapia ha lo scopo di adattare l’individuo a una società malata, il risultato sarà una moltiplicazione del malessere, nell’individuo e nella società. Una riflessione provocatoria sul mito della psicoanalisi e sulla sua capacità di curare l’uomo ma non la società.
Huxley, H. : “Le porte della percezione”, Mondadori
Nel simpatico saggio “Le Porte della Percezione” Huxley descrive simpaticamente l’effetto che ha su di lui la mescalina, la sua Breccia nel Muro della sua coscienza che gli permette di trascendere il proprio io.
Jonas, H.: “ Organismo e libertà”. Einaudi
Un saggio che si propone di conciliare materia e spirito, mondo organico e mondo psichico: la riflessione di Hans Jonas riconosce infatti all’uomo l’unità della sua vita e la complementarità al resto del mondo.
Jung, C. G. : “L’uomo e i suoi simboli”, Tea
Pur essendo l’ultima opera di Jung, “L’uomo e i suoi simboli” rappresenta forse la più valida introduzione al suo pensiero, poiché si tratta dell’unico testo a carattere dichiaratamente divulgativo pubblicato dal grande psicologo svizzero. Oltre al saggio di Jung, “Introduzione all’inconscio”, il volume raccoglie quattro contributi dei suoi più stretti collaboratori: Marie-Louise von Franz, Joseph L. Henderson, Jolande Jacobi e Aniela Jaffé. Ne risulta una trattazione a più voci, chiara ed essenziale, della «psicologia analitica», una limpida esposizione di cosa sia l’«inconscio collettivo» e di come si manifesti.
Jung C.G.: “Simboli della trasformazione”, Bollati Boringhieri
Lipton, Bruce: “La biologia delle credenze, Macro ed.
Bruce Lipton dimostra che ciò in cui crediamo determina ciò che siamo, perciò non è il patrimonio genetico ereditato a determinare la nostra vita e la nostra salute. Si tratta di una rivoluzione della scienza e del pensiero che ci libera dalla prigionia del destino predeterminato dalla genetica. Lipton dimostra in maniera inoppugnabile che l’ambiente, i nostri pensieri e le nostre esperienze determinano ciò che siamo, il nostro corpo e ogni aspetto della nostra vita.
Neumann, E. : “Storia delle origini della coscienza”, Astrolabio
Neumann descrive la dimensione archetipica dello sviluppo della coscienza umana, la sua drammatica liberazione dalla morsa dell’inconscio e la sua trasformazione in una coscienza superiore. Questa rappresentazione dello sviluppo della coscienza apre nuove prospettive per la comprensione e la terapia delle nevrosi, ma illumina anche le interrelazioni dell’individuo col gruppo. La psicologia dell’inconscio collettivo rivela qui la sua fecondità nello studio della storia primitiva dell’umanità, dell’antropologia, della sociologia e della storia delle religioni.
Neumann, E.: “La grande Madre”, Astrolabio.
L’immagine primordiale, archetipica, della Grande Madre, è sempre presente nella psiche dell’uomo; la sua espressione si incontra nel rituale, nella mitologia e nell’arte dell’antichità, come pure nei sogni, nelle fantasie e nelle creazioni dell’uomo contemporaneo. Su questo archetipo Neumann fonda un’analisi strutturale di amplissimo respiro, documentandola con un vasto materiale tratto da molte culture e diversi periodi storici, e corredandola infine di un imponente apparato iconografico (186 tavole fuori testo e 74 figure).
Pincherle, M. : “Archetipi”, Macro Edizioni
Studioso trasversale di numerose discipline, Mario Pincherle fa finalmente il punto della situazione rispetto ad un tema essenziale per l’evoluzione della pericolante umanità contemporanea. L’autore ci mostra in questo nuovo libro un panorama avvincente della storia degli Archetipi, del loro uso nell’antichità e di quello che ne può fare l’uomo nuovo per liberarsi dall’illusione del “male”.
Zolla, E. : “Archetipi”, Marsilio
“L’esperienza metafisica è il filo conduttore dell’intero patrimonio culturale dell’umanità, dall’India dei Veda all’Europa contemporanea; è l’unica chiave capace di aprirci all’enigma dell’essere e alla visione dell’Archetipo. Rintracciare l’Archetipo significa per Zolla impadronirsi dei ritmi che sottendono l’esperienza umana, la politica, la poesia o, in termini metafisici, svelare il rapporto tra soggetto e oggetto, tra conoscente e conosciuto”